Titoli

Roma

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Stando al racconto contemporaneo su Roma – propugnato tanto dai media quanto dai residenti – la città è prossima al collasso. Ogni anno la si ritrova qualche gradino più in basso nelle classifiche di vivibilità. Ai problemi di tutte le grandi capitali – turismo mordi e fuggi, traffico, scarto tra centro radical-Airbnb e periferie degradate – negli ultimi anni Roma sembra voler aggiungere una lista di nefandezze tutta sua: una serie di amministrazioni fallimentari, corruzione capillare, rigurgiti fascisti non più minoritari, criminalità diffusa, mafia. Una situazione apparentemente irredimibile che ha trovato il simbolo perfetto nel record mondiale di autobus pubblici che prendono fuoco da soli. Ma questa narrazione dello sfacelo sembra contraddetta da altrettanti segnali in direzione opposta. La prima cosa che stupisce è l’assenza dell’emigrazione di massa che normalmente ci si aspetterebbe: la larghissima maggioranza dei romani non si sogna nemmeno per un istante di «tradirla», e i tanti nuovi arrivati che negli ultimi decenni l’hanno popolata sono spesso indistinguibili dagli autoctoni nelle attitudini e nell’amore profondo che li lega a questa «città vischiosa» che «ti si appiccica addosso con le sue abitudini e le sue mancanze». A ben guardare sono infinite le contraddizioni e gli opposti conciliati da Roma, una città «incredibilmente ingannevole: sembra ciò che non è ed è ciò che non appare». La si pensa grande e invece è immensa, la metropoli più estesa d’Europa. I suoi confini si spingono enormemente più in là dei capolinea della metro e ben oltre la cerchia della più grande autostrada urbana d’Italia, il Gra, che ne racchiude solo una frazione. Ma soprattutto, in contrasto con lo stereotipo più falso di sempre, per quanto fondata oltre 2770 anni fa, Roma è una città profondamente moderna, come il 92 per cento dei suoi palazzi, e tutt’altro che eterna, se la sua crescita dal dopoguerra a oggi ha «distrutto vestigia di migliaia di anni e sconvolto la geografia di mezza regione». E per capirla e guarirla – o quantomeno provarci – bisognerebbe considerarla una città normale «allo stesso titolo di Chicago o Manchester». Solo, dannatamente più bella.


Pagine: 192

ISBN: 9788870915884

Prezzo: 19,50 €

Uscita: gennaio 2021

Fotografie: Andrea Boccalini

Autori: Leonardo Bianchi, Floriana Bulfon, Giulia Cavaliere, Marco D’Eramo, Sarah Gainsforth, Nicola Lagioia, Daniele Manusia, Letizia Muratori, Matteo Nucci, Francesco Pacifico, Francesco Piccolo, Christian Raimo, Nadia Terranova

Collaboratori: Le mappe della disuguaglianza

Illustrazioni: Francesca Arena

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Sommario

Cattive abitudini

La città non così eterna

— Marco D’Eramo

Priva di una significativa tradizione imprenditoriale, la capitale d’Italia è ancora prigioniera di forze che ne frenano lo sviluppo: un apparato burocratico assistenzialista, un clan di palazzinari abusivi e il Vaticano, proprietario di un quarto del patrimonio immobiliare cittadino.

Suoni

Guida acustica alla città

— Letizia Muratori

Letizia Muratori ci accompagna all’ascolto della sua Roma, dal centro alla periferia, una città con una colonna sonora propria, bellissima e caotica.

Identità

Roma non giudica

— Nicola Lagioia

Per anni Nicola Lagioia ha studiato il caso Varani – un folle omicidio senza alcun movente – tuffandosi nella notte romana, cercando di scavare più a fondo nell’inconscio di una città che sembra smarrita, indecifrabile, invivibile e al tempo stesso traboccante di vita.

Luoghi

L’anima della città

— Matteo Nucci

Roma ha un rapporto controverso con il fiume su cui è stata costruita e da cui ormai la separano altissimi e apparentemente invalicabili muraglioni. Eppure sul Tevere c’è tutto un mondo la cui storia è pressoché sconosciuta.

Ragione e sentimento

39 appunti per un libro su Roma

— Francesco Piccolo

È possibile capire Roma? Qualcuno, nel tempo, sembra esserci riuscito. Francesco Piccolo, casertano naturalizzato, ancora no. Ma i motivi per amarla non mancano e li elenca qui, in attesa del giorno in cui anche lui all’«amo Roma» potrà aggiungere «e la capisco».

Società

Il format della «ribellione delle periferie»

— Leonardo Bianchi

Le periferie romane sono state contagiate da rivolte di «cittadini esasperati da centri d’accoglienza e campi rom». Dietro le proteste ci sono gruppi di estrema destra che soffiano sul fuoco e tentano di farsi portavoce del malessere degli abitanti. Spesso senza riuscirci.

Differenze

Le mappe della disuguaglianza

— Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi

Periferie

L’eco della caduta

— Christian Raimo

Roma non sa essere normale e straborda in tutto: dimensioni, problemi, brutture. Christian Raimo prova a esaminarla facendone un carotaggio: un’area che va dalle borgate di Fidene e Settebagni fino alla riserva naturale della Marcigliana, tra speculazione edilizia, l’ex discarica più inquinante d’Europa e il suo centro commerciale più grande.

Cronaca

La Famiglia

— Floriana Bulfon

Il clan dei Casamonica è prosperato in un deserto sociale e istituzionale. Il loro impero si specchia in un’estetica della violenza riprodotta nei romanzi criminali della capitale, una città aperta che troppo spesso distoglie lo sguardo mentre mafie locali e narcos internazionali si mischiano a imprenditori e politici per ripulire la loro immagine e i loro soldi.

Musica

Campare di Campari

— Francesco Pacifico

Al confine tra Monteverde e Trastevere un gruppo di ragazzi di Roma centro ha cominciato a fare musica, parlando di vite sbandate e senza speranze. Sono narrazioni che raccontano una città senza coscienza di classe, o meglio, una città che è una classe sociale a sé stante.

Sport

Di cosa parliamo quando parliamo di calciotto

— Daniele Manusia

A Roma il calcio è molto più che un passatempo. Nella «città meno professionale d’Italia» è l’attività più seria e competitiva che ci sia: sul campo si dà tutto, si fanno conoscenze e si rompono amicizie, unghie e legamenti, si invecchia precocemente ma si rimane bambini.

Fotografia

Prospekt photo

Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Andrea Boccalini, fotoreporter e ritrattista. La sua attività è iniziata in Guatemala, con diversi progetti sul lavoro minorile e i movimenti di resistenza campesina. Dopo il reportage è subentrata la passione per i ritratti, che insieme a quella per il jazz lo ha condotto a collaborare con alcuni dei più famosi artisti del panorama jazz mondiale. Le sue foto sono state pubblicate su riviste e giornali come The New York Times, The New York Postla Repubblica, Jazztimes, Rolling Stone. Da anni si interessa di storie ai margini, della dignità di chi vive in contesti di periferia urbana e sociale. Lavora anche nella pubblicità, realizzando campagne per aziende come Huawei e Lavazza. È stato il primo ambasciatore Leica in Italia, ha collaborato con la fondazione Maxxi ed è stato consulente per tre stagioni del programma di Sky Master of photography.