«Qui un tempo era tutto impero.» Per decenni il Portogallo è rimasto prigioniero di una visione di sé senza riscontro nella realtà. Il grande impero, il decimo nella storia per estensione, non ha lasciato che ferite aperte e retornados incattiviti ed emarginati. L’avamposto sull’Atlantico, con i suoi magnifici e malinconici tramonti, non era più la speranza di grandi scoperte ma la condanna alla saudade, la certezza di una vita alla periferia del mondo. Il salazarismo, una dittatura chiusa, ottusa e bigotta prima ancora che violenta, aveva lasciato un popolo a digiuno non tanto di cibo, ma di tutto il resto: società civile, rivoluzione sessuale e dei costumi, cultura, modernità, economia dei servizi e apertura alla globalizzazione. Sarà per questo che oggi l’espressione «miracolo portoghese» non suona come una forzatura. Da qualche anno il paese ha spiccato il volo: la crisi finanziaria del 2008 è ormai un ricordo, l’economia si diversifica, il turismo esplode, il mercato immobiliare prospera e risplende anche la cultura, con un’elettricità che pervade le arti, come le lettere e la musica. Un popolo che sta finalmente rielaborando i traumi di una guerra coloniale ignobile e trascinata troppo in là, e che oggi è più orgoglioso della sua lingua che dei suoi confini. Che nella contaminazione fra tradizione e immigrazione e nel triangolo Europa, Africa e Sud America ha trovato una voce nuova, unica. Certo, gli equilibri politico-economici sono delicati e non tutto luccica come le acque del Tago viste dalla swinging Lisbona. È tutt’altro che colmata la distanza dalle strade deserte dell’interno, con i boschi che le costeggiano decimati dagli incendi, e dai villaggi svuotati da flussi migratori mai interrotti, mentre nella società resistono sacche di razzismo e discriminazione. Ma se oggi le caravelle dovessero salpare, le armi a bordo non sarebbero i cannoni dell’uomo bianco, ma i potenti sound system di una gioventù meticcia che balla tutta la notte con la consapevolezza di voler essere qui, ora.
Pagine: 192
ISBN: 9788870915495
Prezzo: 19,50 €
Uscita: marzo 2019
Fotografie: Filippo Romano
Autori: Luciano Amaral, António Lobo Antunes, Alexandra Lucas Coelho, Fabian Federl, Susana Ferreira, Roberto Francavilla, Graziano Graziani, Justin Housman, Alexandra Klobouk, Nuno Artur Silva, Scott Sayare,
Collaboratori: Kalaf Ângelo, Graziano Graziani, Simonetta Roncaglia, Ricardo Serrado
Illustrazioni: Edoardo Massa
Cultura
La fotografia di un paese in movimento, scosso dall’energia della sua scena culturale e in procinto di rinnovare la propria identità per troppo tempo legata a un immaginario arcaico, polveroso e malinconico.
Colonialismo
Grazie alla letteratura, al teatro e alla musica di artisti di origini africane il Portogallo contemporaneo prova a fare i conti con i fantasmi della sua storia coloniale, affrontando la discriminazione razziale, il trauma collettivo e l’epilogo del sogno imperiale.
Natura
Ogni estate bruciano migliaia di ettari di foreste portoghesi, provocando decine di morti, per svariate cause. L’incendio di Pedrógão Grande, nel giugno del 2017, è stato uno dei più devastanti di sempre. Ed è destinato a ripetersi.
Musica
João, Batida, dj Marfox e io: viaggio al termine della notte di Lisbona.
Reportage
Una specie di vongola invasiva ha trasformato le acque del fiume Tago in una miniera di soldi e in un teatro di inseguimenti notturni tra sommozzatori improvvisati e imbarcazioni della polizia.
Società
Come una battuta scatena un pettegolezzo che si diffonde in tutto il quartiere. Un affresco tragicomico dei luoghi comuni della società portoghese, dalla penna ironica di uno dei grandi interpreti della letteratura portoghese contemporanea.
Emigrazione
La crisi economica europea ha portato molti portoghesi a cercare lavoro in un’ex colonia dell’impero, l’Angola. Il complesso rapporto di odio-amore con la popolazione locale riflette le cicatrici del passato.
Droga
Nel 2001 il Portogallo ha decriminalizzato tutte le sostanze illecite e l’esperimento sembra funzionare: perché il mondo non l’ha copiato?
Surf
Nel giro di pochi anni, un villaggio di pescatori sulla costa tra Lisbona e Coimbra si è guadagnato la fama di avere le onde più grandi del mondo. Il merito è di un bodyboarder del luogo, che spiega al giornalista e appassionato Justin Housman com’è cambiata Nazaré.
Economia
L’incredibile parabola di una dinastia di banchieri, fondata da un orfano, e cresciuta con la connivenza di tutti i regimi politici. Una storia che sembrava finita con le nazionalizzazioni della Rivoluzione. Poi nel 2014 il crollo, tra scandali e processi.
Costume
Il racconto poetico della vita degli abitanti della regione montagnosa del Barroso, nel nord del paese, dove il tempo sembra essersi fermato. Decimati dalle ondate di emigrazione, si dedicano quasi esclusivamente alla pastorizia seguendo tradizioni arcaiche.
Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Filippo Romano, fotografo documentarista e di architettura. Attraverso il suo lavoro, ha raccontato la devastazione del terremoto di Haiti nel 2010, le ferite nel paesaggio calabrese, conseguenza dell’abusivismo diffuso, il ghetto di Mathare, a Nairobi. Quest’ultimo lavoro ha fatto parte della mostra Made in slums–Mathare Nairobi, organizzata dalla Triennale di Milano nel 2013. I suoi lavori esplorano principalmente le città, le loro architetture e i loro abitanti e sono apparsi su Abitare, Domus, Huffington Post. Nel 2007 ha vinto il premio Marco Pesaresi per il progetto Off China, sullo sviluppo urbanistico delle città cinesi. Attualmente insegna alla Naba di Milano e al master in fotografia dell’università Iuav di Venezia.