Titoli

Nigeria

Share: Facebook / Twitter

Fin dalla sua indipendenza dal Regno Unito nel 1960, la Nigeria è vissuta in uno stato di crisi permanente. Il collante per questo paese, diviso ma con «l’ossessione dell’unità nazionale», è stata la dipendenza dal petrolio, che ha però eroso istituzioni e sviluppo economico-sociale e portato corruzione, colpi di stato, disastri ambientali. Sotto molti aspetti l’arrivo della democrazia, nel 1999, non ha migliorato le cose: si stima che cento milioni di nigeriani, la metà della popolazione, vivano sotto la soglia di povertà. Soprattutto, è la violenza diffusa a dipingere un quadro sconfortante: dai terroristi di Boko haram ai nuovi movimenti secessionisti armati, fino alla piaga dei rapimenti, che miete sempre più vittime e può colpire chiunque. Come si vive in un paese in cui lo stato è, nel migliore dei casi, assente? In cui manca la corrente sei mesi all’anno, la sanità e l’istruzione pubbliche sono inesistenti e l’esercito, schierato in ognuno dei 36 stati che formano la federazione, non riesce a contenere la violenza? In questo quadro l’unica società possibile è quella del «fai da te», che germoglia dove e come può. Non appena nasce il minimo barlume di opportunità, i nigeriani sfoderano tutto il dinamismo e l’imprenditorialità repressi, e inventano: app finanziarie per ovviare all’inaccessibilità del sistema bancario, una rivoluzione energetica solare per rendersi autonomi dalla rete elettrica pubblica (ma anche metodi artigianali – e inquinanti – di raffinare il petrolio), e-commerce su Instagram per vendere afrodisiaci tradizionali, film a budget ridottissimo, libri e musica che riscuotono successi in tutto il mondo. Nessun altro paese del continente africano è permeato dalla stessa vivacità. E mentre la generazione dei generali che ha vinto la guerra civile e governato il paese per sessant’anni è ormai agli sgoccioli, il rifiuto di sempre più giovani di voltarsi dall’altra parte davanti all’ingiustizia e alla violenza (di stato e non) apre spiragli di speranza: forse le forze più vitali riusciranno a prendere in mano il futuro del paese. E, come sono abituate a fare, ad aggiustarlo.


Pagine: 192

ISBN: 9788870919516

Prezzo: 19,50 €

Uscita: aprile 2022

Fotografie: Etinosa Yvonne

Autori: Chimamanda Ngozi Adichie, Joey Akan, Abdulkareem Baba Aminu, A. Igoni Barrett, Abubakar Adam Ibrahim, Cheluchi Onyemelukwe, Kechi Nomu, Noo Saro-Wiwa, Max Siollun, Maite Vermeulen

Collaboratori: Simone Bertuzzi, Nnamdi Ehirim, Chiara Piaggio

Illustrazioni: Edoardo Massa

Acquista:

Libro Ebook Abbonamento

Sommario

Arte di arrangiarsi

La società del fai da te

— Femke van Zeijl

«Ogni famiglia è uno stato a sé» dicono i nigeriani: un detto che offre la chiave di lettura perfetta di un paese che racchiude un universo.

Politica

Tra l’incudine e il martello

— Max Siollun

I generali dell’esercito che vinsero la guerra civile del Biafra negli anni Sessanta hanno sempre dominato la politica. Nonostante oggi siano prossimi alla pensione, il ruolo dei militari continua a essere controverso.

Tradizioni

Un oceano nella savana

— Abubakar Adam Ibrahim

Viaggio nel Nord della Nigeria: una terra arcaica, attraversata da secolari dispute religiose, abitata da popoli divisi su tutto ma uniti da un fatalismo e da un substrato di tradizioni, codici e modi di pensare.

Lagos

La città che non smette mai di diventare

— Chimamanda Ngozi Adichie

Lagos non ti accoglie e non vuole guadagnarsi il tuo amore, eppure sempre più persone da tutto il paese e da tutto il continente africano decidono di trasferircisi. Chimamanda Ngozi Adichie ci accompagna attraverso i suoi paradossi e le sue continue trasformazioni.

Emigrazione

Quelli che non partono

— Maite Vermeulen

Più del cinquanta per cento dei nigeriani emigrati nell’Unione europea viene da un’unica città. Una giornalista olandese esperta di migrazioni parla con chi è rimasto e scopre un fenomeno molto più complesso e sfaccettato di quanto immaginiamo. E spiega perché le attuali politiche europee non riusciranno a fermare il flusso.

Storie

Una nazione chiamata Ineba

— A. Igoni Barrett

Dalla sua casa a Port Harcourt, la nonna dell’autore di Culo nero ha tenuto insieme una famiglia sparsa per il mondo, senza mai nascondere il desiderio che uno dei suoi figli e nipoti diventasse un dottore che potesse, nella sua vecchiaia «trattarla con dignità e curarla gratis».

Diritti

Il posto delle donne

— Cheluchi Onyemelukwe

Essere donna in Nigeria significa subire discriminazioni di vario tipo, ma anche essere testimoni di enormi passi avanti: come si coniugano queste due verità?

Cinema

Vedere per credere

— Kechi Nomu

L’industria cinematografica nigeriana è seconda solo a Bollywood come numero di film prodotti, ma ha origini e caratteristiche molto diverse. Nasce in videocassetta prima che al cinema, ama il kitsch, non bada alle convenzioni e ha un unico scopo: intrattenere.

Malavita

Il paese dei rapimenti

— Abdulkareem Baba Aminu

Da anni, la piaga del banditismo tiene in ostaggio il Nord della Nigeria: ma chi pagherà il riscatto?

Ambiente

Il delta del Niger

— Noo Saro-Wiwa

La maledizione del petrolio non è solo economica, sociale e corruttiva, ma anche ambientale. I danni a quello che è il terzo ecosistema con la maggiore biodiversità del mondo sono ingenti, la raffinazione illegale una piaga difficile da estirpare, ma la capitale del delta del Niger, Port Harcourt, è anche un luogo di resilienza.

Musica

Il sound della Nigeria

— Joey Akan

L’industria musicale nigeriana sta vivendo un vero e proprio boom grazie alle hit afrobeats, un genere che sta conquistando il mondo aumentando il soft power del paese e riempiendo d’orgoglio i nigeriani.

Fotografia

Prospekt photo

Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Etinosa Yvonne, fotografa documentarista e artista visiva nata e cresciuta in Nigeria. Il suo lavoro si focalizza principalmente su temi legati alla condizione umana e all’ingiustizia sociale. Ha ricevuto sovvenzioni dal programma Women photograph, dal National geographic in collaborazione con Lagos photo e da Art X, nonché un premio dalla Royal photographic society per il suo progetto «It’s all in my head», che esplora le reazioni dei sopravvissuti al terrorismo e ai conflitti in Nigeria. Yvonne è uno dei sei talenti selezionati per il ciclo 2020 del 6×6 Global talent program Africa del World press photo. Le sue opere sono state esposte in festival, musei e gallerie in diverse parti del mondo.