La più sfuggente e indefinibile tra le città italiane, Milano è quello che non è già dai suoi confini: è relativamente piccola rispetto alla sua forza di gravità, ma i suoi quartieri invadono i comuni limitrofi; come «città metropolitana» è un’astrazione senza alcun senso geografico o politico; come inurbamento è sconfinato, ma non ha una permeabilità di trasporti e collegamenti amministrativi tali da essere considerata una grande metropoli. La confusione non risparmia neanche gli autoctoni, che quando si incontrano devono sempre ripetere: di Milano Milano? In mezzo alla pianura, come sta inscritto (forse) fin nel nome – medio (p)lanum – senza una geografia imperiosa che caratterizzi il panorama o tracci i confini, i milanesi sono abituati a far da sé (ghe pensi mi) e rimodellarla ogni volta a nuove esigenze, adattandola allo spirito del tempo senza temere di stravolgerla. In mancanza di montagne hanno innalzato un «monte», senza lago se lo sono scavato, hanno deviato e tombinato fiumi, aperto e richiuso canali. Della città di un secolo fa non rimane quasi niente, e chi fosse venuto in visita venti, trent’anni fa faticherebbe a riconoscerla. Negli ultimi due decenni è stato ridisegnato lo skyline, e con lui interi quartieri. La Milano della nebbia e del panettone è sparita. È passata anche quella da bere, delle televisioni, sostituita oggi da quella della moda, del design, degli influencer e delle week. Le fabbriche sono location o coworking. In un paese spesso rivolto a un passato glorioso e a tradizioni eterne, è facile deridere una città che abbraccia il nuovo senza troppi pensieri, perché l’età dell’oro per i milanesi è sempre domani. E in questa corsa verso il futuro Milano non guarda in faccia a nessuno perché, da vera seduttrice, non giudica ma si specchia negli occhi di chi guarda: accogliente o terribile, attraente o respingente, liberatoria o fagocitante, aperta o omologata. Come la sabbia su cui è costruita, si lascia plasmare senza opporre resistenza, continuando a inventare, produrre e poi vendere desideri.
Pagine: 192
ISBN: 9788870919271
Prezzo: 19,50 €
Uscita: novembre 2022
Fotografie: Nausicaa Giulia Bianchi, Francesco Giusti, Laura Liverani, Pietro Masturzo, Francesco Merlini, Samuele Pellecchia
Autori: Jada Bai, Gianni Biondillo, Giacomo Cardaci, Ivan Carozzi, Zita Dazzi, Paolo Cognetti, Marcello Flores, Michele Masneri, Marco Missiroli, Giacomo Papi, Lucia Tozzi, Nadeesha Uyangoda
Collaboratori: Florencia Andreola, Malika Ayane, Gaia Manzini, Simone Mosca, Letizia Muratori, Azzurra Muzzonigro
Illustrazioni: Edoardo Massa
Luoghi
Da una finestra sulla Circonvallazione alla periferia industriale, fino ai grattacieli che hanno preso il posto dei centri sociali: note di geografia milanese dello scrittore Paolo Cognetti.
«Danè»
Dall’industria tessile lombarda alla finanza globalizzata, la storia economica di Milano si riflette nei personaggi che nei decenni hanno assunto la presidenza del Milan. Più dei rivali interisti, i proprietari della squadra rossonera raccontano come sono cambiati il potere e le strutture economiche dal dopoguerra a oggi.
Minoranze
Le comunità straniere della «Milano globale» creano al proprio interno attività che non rispondono solo ai bisogni pratici degli immigrati, ma anche alla necessità di colmare l’assenza di un sentimento di casa.
Urbanizzazione
Un elogio della cintura di parchi periferici, eredità di una stagione di lotte politiche oggi molto lontana e perlopiù ignorata. Questi spazi pubblici resistono nella loro funzione di svago e valvola di sfogo e sono contrapposti alla recente privatizzazione a carattere elitario del verde.
Musica
Nel quartiere che ospita lo stadio Meazza c’è un «quadrilatero» di caseggiati popolari che è diventato la culla di una controversa scena musicale, interpretata da giovani segnati da un vissuto durissimo. Ma c’è anche chi prova a ribaltare la narrazione, rivolgendo un invito al resto della città a venire di persona in questa zona che nessuno visita.
Flânerie
Per chi viene da fuori, la città si rivela a poco a poco, a orbite concentriche o a spicchi costellativi. Per un riminese trapiantato, la chiave è il motorino. In sella al suo Booster Mbk, scopre che «ci guida bene» e che Milano permette una cosa: sterzare e variare di colpo la rotta.
Coolness
Dal neorealismo alle commedie anni Ottanta dei Vanzina fino all’odierno palcoscenico social, Milano è la capitale del desiderio e la fucina di coloro che lo impacchettano: stilisti e imprenditori, cuochi e influencer, pubblicitari, designer e molti altri ancora.
Pride
Il quartiere arcobaleno di Porta Venezia è una vetrina di cui la città va orgogliosa e che si contraddistingue per la sua fluidità. Un viaggio in prima persona dagli scantinati di un tempo alle vie gentrificate di oggi.
Imprenditoria
Parlando di «comunità cinese» spesso accostiamo esperienze tra loro diversissime. Comune denominatore a Milano è il terreno fertile che molti imprenditori sinoitaliani hanno trovato quando hanno deciso di mettersi in gioco.
Associazionismo
La capitale del lusso ha una lunga tradizione di beneficenza, che dura ancora oggi: a Milano più di una persona su dieci fa volontariato e milanesi sono moltissime associazioni e fondazioni che dedicano il loro tempo – e il loro denaro – all’aiuto delle persone più svantaggiate.
Periferie
Come tracciare una mappa di un territorio vasto e popoloso come l’hinterland milanese? Gianni Biondillo – camminatore, architetto e psicogeografo – ha un’intuizione: partire dalla toponomastica per affrontare questo viaggio esilarante.
Il progetto fotografico è composto da più voci, quelle di Nausicaa Giulia Bianchi, Francesco Giusti, Laura Liverani, Pietro Masturzo, Francesco Merlini, Samuele Pellecchia.