Titoli

Berlino

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«Berlino è troppo grande per Berlino» è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di libertà e «spazio». Ma «Berlino è troppo grande per Berlino» anche in senso più ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come «Berlino, città di tendenza»? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani, mai una casa che avesse l’ascensore e un citofono funzionante. Visitarla era un’esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio – ribaltandolo in positivo – il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler: «Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere.»

La ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste illegali negli scantinati oggi non ci sono più. Quell’epoca di archeologia urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso. Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c’è perfino chi viene a Berlino per lavorare e non solo per «creare» o semplicemente oziare. Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a un passato «povero e sexy» e i cui unici feticci intoccabili sono una multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà «potenziale puro».


Pagine: 192

ISBN: 9788870915716

Prezzo: 22,00 €

Uscita: settembre 2019

Fotografie: Mattia Vacca

Autori: Thibaut de Ruyter, Fabian Federl, Annett Gröschner, Christine Kensche, Alisa Anh Kotmair, Vincenzo Latronico, Juliane Löffler, Cees Nooteboom, Peter Schneider, Daniel Schulz, Alina Schwermer, Jörg Sundermeier

Collaboratori: Andrea D’Addio, Ercole Gentile, Falko Hennig, David Wagner

Illustrazioni: Francesca Arena

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Sommario

Luoghi

Il cantiere show di Potsdamer Platz

— Peter Schneider

Per decenni la famosa Potsdamer Platz era scomparsa. Ma nel 1989, poco prima della caduta del Muro, il capo della Daimler con un gesto profetico compra un’area di 61mila metri quadrati: niente sarà più come prima.

Musica

Il cielo sotto Berlino

— Christine Kensche

Negli anni Novanta Berlino era un territorio selvaggio da esplorare e in cui insediarsi, occupando luoghi abbandonati e trasformandoli in discoteche leggendarie. In questo clima di ottimismo la dj berlinese Ellen Allien contribuisce alla colonna sonora di quegli anni: la techno.

Politica

Eravamo come fratelli

— Daniel Schulz

Dopo la Riunificazione, in Germania Est potevi scappare dagli attacchi dei neonazi ma avere amici di estrema destra. E oggi?

Architettura

Quattro chilometri quadrati di potenziale puro

— Vincenzo Latronico

Teatro del primo volo dello Zeppelin, di progetti architettonici megalomani e di bombardamenti di dolciumi, l’aeroporto di Tempelhof ha chiuso i battenti nel 2008. Da allora l’immensa distesa verde è diventata un simbolo della voglia di libertà dei giovani berlinesi.

Cultura

Una Little Vietnam a Berlino

— Alisa Anh Kotmair

Ovunque ti giri a Berlino sembra ci sia un nuovo ristorante vietnamita. La numerosa comunità vietnamita è il risultato di un passato che accomuna la Germania e il Vietnam: due paesi prima divisi e poi riunificati.

Testimonianze

Suite berlinese

— Cees Nooteboom

Primavera 1991: il grande scrittore e viaggiatore olandese, che era stato testimone della caduta del Muro, torna per la prima volta nella città riunificata. L’euforia ha lasciato il posto alle preoccupazioni, sulla città aleggiano l’incertezza totale e il peso degli interrogativi.

Luoghi

Alta infedeltà

— Thibaut de Ruyter

Molti turisti iniziano a scoprire Berlino dal Checkpoint Charlie, la riproduzione di un posto di blocco sparito ben prima della caduta del Muro, riassunto perfetto della storia architettonica della città dal dopoguerra a oggi. La capitale tedesca celebra un passato che non ha.

Trasgressioni

Nel ventre della balena

— Juliane Löffler

Una notte nel locale più trasgressivo della Clubkultur berlinese, il sex club KitKat.

Società

Una generazione sotto sfratto

— Annett Gröschner

La scrittrice Annett Gröschner è una delle giovani dell’Est che negli anni Ottanta si trasferirono nel quartiere di Prenzlauer Berg, rifugio di artisti, intellettuali e dissidenti. Dopo la caduta del Muro il comune aveva promesso di risanare i tanti alloggi di sua proprietà mantenendo intatto il tessuto sociale, ma è accaduto il contrario.

Calcio

Il derby dell’Est

— Alina Schwermer

I destini incrociati delle due squadre di Berlino Est: la Bfc Dynamo che dominava i campionati della Ddr oggi arranca nelle serie minori, mentre l’Fc Union è arrivata per la prima volta in Bundesliga.

Relax

L’isola che c’è

— Jörg Sundermeier

Per fuggire dalla città non è necessario abbandonarla, basta perdersi in uno dei tanti polmoni verdi di Berlino. L’Isola della gioventù è una di queste oasi in cui la città sembra lontana e vicina al tempo stesso.

Cultura

Ultimo giro

— Fabian Federl

La Eckkneipe di Berlino – il locale tradizionale che trovavi a ogni incrocio – non è quasi più ciò che era una volta: il ritrovo interclassista per eccellenza, un’estensione del salotto di casa. Peccato!

Fotografia

Prospekt photo

Le foto di questo numero sono state realizzate da Mattia Vacca, fotogiornalista e fotografo documentarista, a lungo collaboratore del Corriere della Sera. Interessato alle tematiche sociali e alle conseguenze dei conflitti armati in diverse parti del mondo, nel 2018 ha pubblicato il libro fotografico Confine, la narrazione collettiva di come la città di Como, al confine tra Svizzera e Italia, sia arrivata a ospitare un campo profughi. Dal 2018 fa parte dell’agenzia Prospekt Photographers. I suoi lavori sono apparsi su giornali come New Republic, The Guardian, The Telegraph, The Indipendent, Wired, Esquire, L’Espresso, Süddeutsche Zeitung Magazine, Público e gli sono valsi numerosi premi, tra cui il Sony world photography award, il Royal photographic society award, l’Unesco humanity photo award e il New York photo award.