Per capire meglio la Thailandia occorre provare a familiarizzare con il concetto di thainess, o thailandesità, l’ideologia etnocentrica che ha accompagnato lo sviluppo della nazione thailandese moderna per tutto il XX secolo e la cui eco è tutt’altro che svanita. Anzi, a ben vedere, le cause di molte delle fratture che agitano la società contemporanea, alcune più evidenti altre sottotraccia, possono essere ricondotte alla volontà di creare una cultura egemone in un paese multietnico, imposizione che spesso ha preso la forma di una thaificazione forzata e violenta. Da nord – dove persiste il pregiudizio verso il popolo isan – a sud – dove le spinte separatiste delle province a maggioranza malese e musulmana vengono represse da draconiane leggi speciali – lo scontro tra centro (Bangkok) e periferia è una ferita mai sanata. Non solo in termini geografici, ma anche gerarchici, di centralizzazione del potere, come per esempio nella sfera religiosa, dove lo stato cerca, spesso invano, di addomesticare le correnti non ufficiali del buddhismo. Anche dietro le recenti manifestazioni di piazza e i tanti colpi di scena (e di stato) si celano dinamiche simili: la contrapposizione tra chi è ai margini della società, o appartiene a una classe emergente ma ancora senza voce, e l’élite nobiliare e imprenditoriale conservatrice vicina ai centri del potere. Se vuole emanciparsi dal ruolo limitante di ambita meta turistica, far valere il proprio peso economico, proiettare il suo soft power nel mondo, la Thailandia deve prendere esempio dal coraggio e dallo spirito critico di questa nuova generazione che ha a cuore la libertà e i diritti civili. Forse, in fondo, è proprio la prepotenza a essere una caratteristica poco thailandese, in una società che ha anche un volto solare all’insegna dell’armonia, della gentilezza, dell’accoglienza di minoranze e rifugiati, della (relativa) tolleranza verso la comunità lgbtq+. Per quanto ci si sforzi di imporre un’unica cultura, etnia e religione, la vera forza thai sembra essere invece il sincretismo, la metabolizzazione.
Pagine: 192
ISBN: 9788870917802
Prezzo: 22 €
Uscita: settembre 2024
Fotografie: Jittrapon Kaicome / Prospekt: Francesco Merlini e Michela Mosca
Autori: Philip Cornwel-Smith, Diana Hubbell, Emma Larkin, Jidanun Lueangpiansamut, Valeria Palermi, Peera Songkünnatham, Veerapong Soontornchattrawat, Claudio Sopranzetti, Andrea Staid, Pitchaya Sudbanthad, Nicha Wachpanich
Illustrazioni: Edoardo Massa
Politica
La bizzarra lotta tra forze democratiche e monarchismo in Thailandia.
Identità
L’identità thailandese e quella di Bangkok spesso vengono sovrapposte, anche dagli stessi abitanti della capitale. Quindi cosa fa di te un bangkokiano? E cosa distingue un thailandese da uno straniero che abita questa metropoli nel cuore dell’Asia?
Religione
Terra dalle innumerevoli credenze religiose, la Thailandia da secoli vede il buddhismo intrecciarsi al potere statale, che cerca di addomesticarlo. Ma per quanto si sforzino di centralizzarlo, le autorità faticano a controllare le tradizioni che si discostano dalla corrente «ufficiale» e le pratiche quotidiane di milioni di persone.
Separatismo
Nelle tre province a maggioranza malese al confine meridionale, la popolazione civile è un bersaglio per i gruppi armati separatisti e per la repressione del governo centrale, in una spirale di traumi che si tramandano da una generazione all’altra. Un giornalista incontra le persone che stanno cercando di interrompere il ciclo della violenza.
Nordest
Escluso dalle rotte turistiche e guardato con condiscendenza da Bangkok, il Nordest della Thailandia ogni tanto torna di moda: dal K-pop a Masterchef, oggi l’Isan è sulla bocca di tutti. Ma la narrazione che se ne fa dall’esterno è nostalgica e piena di stereotipi duri a morire.
Fantasmi
La Thailandia è infestata dai fantasmi. Spesso malevoli (ma non sempre), sono spiriti sofferenti, oltre che la manifestazione di un desiderio universale che la vita continui dopo la morte. Più che chiedersi se siano reali o meno, è consigliabile placarli attraverso preghiere e offerte.
Soft power
Affascinato dal successo e dalla popolarità del Giappone e della Corea del Sud, e consapevole del potenziale inespresso della Thailandia, l’establishment nazionale punta sul soft power per rafforzare il prestigio e l’economia del paese. Spesso però si tratta di misure frettolose e insufficienti a stimolare un dibattito e a rafforzare un ecosistema culturale in cui la libertà di pensiero e di parola ancora vacillano.
Immigrazione
In un paese in cui ufficialmente i rifugiati non esistono, un fiume di esuli, soprattutto birmani, trova rifugio dalle persecuzioni. Tra politiche sciovinistiche, assurdità burocratiche e mancanza di manodopera, la Thailandia ha un atteggiamento ambiguo verso l’immigrazione.
Agricoltura e diritti
La richiesta di olio di palma non è mai stata così alta. A trovarsi stretti in una morsa tra i bisogni dell’industria e una guerra ai poveri sono gli agricoltori di alcune comunità del Sud del paese che si sono messi insieme per difendere il loro diritto alla terra.
LGBTQ+
In uno dei paesi asiatici più aperti alle tematiche lgbtq+ è fiorito il genere letterario giapponese yaoi, che racconta storie d’amore tra uomini gay per un pubblico di donne giovani perlopiù eterosessuali. Ma nonostante il successo globale delle serie tv thailandesi basate su quei libri, molte questioni sulla rappresentazione della vita delle persone lgbtq+ nel paese rimangono aperte.
Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Jittrapon Kaicome, fotoreporter indipendente thailandese. Tutti i suoi progetti si concentrano sui paesi della regione del Mekong. Dal 2014 racconta storie della sua città natale, Chiang Mai, durante la crisi dell’inquinamento atmosferico nel Nord della Thailandia, tema che ha destato il suo interesse per il cambiamento climatico. Essendo cresciuto in una città multietnica, sente il bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle comunità etniche sottorappresentate della regione. Ha anche documentato le regioni di confine con il Laos e il Myanmar, delineate dai fiumi Mekong e Salween. Collabora con ong e pubblicazioni internazionali.